venerdì 13 luglio 2012

Torre Germana

Finalmente un'altra gita alpinistica di cui scrivere!
La Torre Germana è un'icona dell'alpinismo classico e su di essa si può assaporare la storia di alpinisti d'altri tempi quali Grottanelli, Vaciago (primi salitori), Boccalatte, Piolti, Rivero (primi salitori di quello che oggi è noto come Spigolo Boccalatte) e il Fortissimo Giusto Gervasutti.
La roccia è uno splendido calcare dolomitico, solido dove serve ma spesso friabile, e si scala abbracciati dal paesaggio lunare offerto dalla punta delle Quattro Sorelle. Di fronte, sull'altro versante della Valle Stretta, la Parete dei Militi.
I passaggi più duri son ben protetti e le soste sono tutte comode e su recenti spit, ma i tiri facili son piuttosto avari di protezioni il che, unito alla bella esposizione concede di assaporare quella componente di avventura che su alte vie (anche più difficili tecnicamente) talvolta manca.

Dati fondamentali

Partenza: Pian dei Militi 1702
Vetta: 2197 m s. l. m.
Dislivello arrampicata: 250 m
Dislivello totale: 495 m
Tipologia e difficoltà: Roccia, D, V+
Ritirata: doppie su soste a spit (non anelli)
Discesa: 1 doppia, disarrampicata e ghiaione
Attrezzatura: progressione su roccia e protezioni veloci
Acqua: fontana al Pian dei Militi
Note: i gradi sono gradi classici che tengono conto anche dell'esposizione dei passaggi. Probabilmente gli stessi tiri affrontati senza zaino, in scarpette e con spit ogni 2 m non sarebbero dei 5c, ma il doversi proteggere aggiunge un pizzico di emozione in più di cui chi ha gradato ha tenuto conto. In caso di temporale la Torre Germana diventa un bel parafulmine.

Accesso

L'accesso è estremamente semplice: si arriva a Bardonecchia, si prosegue verso Melezet e si entra in Valle Stretta. Si percorre la strada che diventa sterrata fino al Pian dei Militi e si parcheggia sotto la Parete dei Militi.


Avvicinamento

Dal Pian dei Militi la Torre è perfettamente visibile sulla sinistra orografica, di fronte alla Parete. Le guide consigliano di parcheggiare più avanti, in prossimità di un gruppo di costruzioni, entrare nel bosco e poi tagliare a destra. Noi abbiamo deciso di inerpicarci dritti su per il ghiaione. Si attraversa il torrente (c'è il ponte), poi una macchia di vegetazione piuttosto fitta e si sbuca in pietraia. Si punta direttamente verso la Torre e si aggira una prima parete di calcare giallastro (io l'ho aggirato a sinistra, Gitsu san a destra). Questa via di avvicinamento è piuttosto frustrante e, se vogliamo, una metafora della vita: si fan due passi avanti e uno indietro. Ad ogni modo risalito il ghiaione ci si porta alla base del Torrione Gervasutti, che ben si staglia sulla sinistra della Torre. 


Lo spigolo Boccalatte

Nel 1936, il Fortissimo ritoccò la via aperta l'anno prima da Gabriele Boccalatte & co. aggiungendovi l'ascesa su quello che sarebbe divenuto il Torrione Gervasutti. La via parte dalla sua base e l'attacco va cercato con un po' di attenzione giacché non c'è la consueta fila di spit che la individua. Si deve cercare uno spit altezza ginocchio (S1)* e la prima sosta (S2) in alto a sinistra (ad oggi è caratterizzata da un cordone arancione). Nei primi tiri gli spit sono esigui ma ci si può proteggere facilmente con cordini attorno a spuntoni. Alla fine del terzo tiro si raggiunge una piccola forcella e, se lo si desidera, si può fare una capatina a visitare l'aguzza guglia della Punta Marta (sx) ma la catena di calata (S4) è qualche metro più a destra. Dalla cima del Torrione si fa una breve doppia e si raggiunge direttamente la sosta di attacco al corpo vero e proprio della Torre. Si risale verso sinistra lo spigolo e si giunge alla prima sosta (S5). Di qua il secondo tiro è il più impegnativo (soprattutto in partenza) ma è estramamente breve e noi l'abbiamo concatenato con il successivo arrivando direttamente a S7. Di qua un altro tiro con un paio di passaggi impegnativi. La partenza sembra molto dura, ma la chiave per uscirne in un baleno è tenersi sulla sinistra; segue un traverso molto esposto ma non particolarmente duro (opportuno piazzare un friend se si riesce), poi una bella placca impegnativa con fessura e si giunge a S8. Segue tiro facile con parte finale praticamente su sentiero. Anche qui ci sono due soste vicine, una appena fuori dalle difficoltà e una subito sotto l'ultimo tiro (cercarla traversando verso destra). L'ultimo tiro è estremamente piacevole e, quando si sbuca in cima a veder la madonnina, la soddisfazione è grande!

* La numerazione delle soste concorda con la relazione di AltoX.


La discesa
Dalla cima, guardando verso la punta delle Quattro Sorelle, si scende verso destra e si cerca la catena per la doppia. Ci si cala per una venticinquina di metri fino a una cengetta. Da lì si scorge più un basso un bel cordone rosso attorno a un pino, estremamente invitante: ignorarlo! Faccia a valle, sulla sinistra si vedono degli ometti su una cengia sentierosa che aggira uno spigolo di roccia. Si seguono quegli ometti e si trova uno spit con maglia rapida. La calata sarebbe estremamente corta e conviene disarrampicare verso la forcella con un po' di attenzione. Da lì si scende nel canalone verso sinistra (sempre guardando le Quattro Sorelle). Occhio che è tutto uno sfasciume, conviene tenersi il casco e stare vicini. In breve si raggiunge il ghiaione. In discesa ci si rifa' delle frustrazioni dell'andata: non sarà il massimo della sicurezza, ma lo ski rock è molto divertente (sempre prestando la massima attenzione a chi potrebbe trovarsi sotto!).

Purtroppo le batterie della macchina fotografica e del telefono erano scariche e, quanto a foto, la gita è stata esigua. Ecco quel che son riuscito a fare:
 

Il Torrione Gervasutti e lo Spigolo Boccalatte

La Torre come appare dal Pian dei Militi

Guardando verso il basso...

... ma anche verso l'alto!

Il Thabor

Paesaggio bucolico
Foto di vetta. Purtroppo mi son messo davanti alla madonna e la carica del telefono non ci ha concesso una seconda opportunità...