domenica 19 agosto 2012

Rognosa di Sestriere


In attesa della relazione sulla gita nel Rosa, ecco una punta fatta in giornata insieme con Stefano "Steulin" alla sua prima alpinistica.

Dati fondamentali

Partenza: Colle del Sestriere 2035 m s.l.m.
Vetta: 3280 m s.l.m.
Dislivello arrampicata: ~350 m
Dislivello totale: 1245 m
Tipologia e difficoltà: roccia, PD+, III
Ritirata: estremamente difficoltosa; vie di fuga a un terzo della cresta
Discesa: comodissimo sentiero
Attrezzatura: alpinistica completa*, il casco!**
Acqua: ruscello a monte della diga
Note: il posto è splendido ma la cresta nord è brutta. Di per sé non sarebbe male se la roccia non fosse così friabile; a ogni passo bisogna controllare con la massima attenzione appigli e appoggi perché anche ciò che sembra buono tende a rimanere in mano o a dilavare.
Nel complesso è una via non difficile ma molto stressante psicologicamente perché richiede una elevata e continua concentrazione a causa della roccia friabile e degli sfasciumi che accompagnano lo scalatore dall'attacco alla vetta.

* chiodi e friends son quasi del tutto inutili perché la roccia cade a pezzi
** sembra di scalare sui cracker, è facilissimo tirar sassi al secondo; inoltre ci sono stambecchi e camosci che non si fan troppi problemi quando passano vicino (i.e. sopra) agli scalatori.

Accesso

L'accesso non presenta nessun problema: si arriva al Colle del Sestriere, dove inizia la statale della Val Chisone e si parcheggia di fronte agli impianti.

Avvicinamento

Lasciata la macchina si prende una strada sterrata che conduce verso il vallone nel quale scorre il torrente Chisonetto. La strada si fa sentiero e lo si segue fino ad una diga. Si prosegue seguendo le indicazioni per il passo di Banchetta (2679 m). Quando si arriva su un pianoro ci sarebbe la tentazione di tirar dritti verso l'ormai evidente cresta nord della Rognosa, tuttavia bisogna seguire il sentiero che prosegue sulla sinistra fino a guadare il torrente e risalire sul costone che porta anche al monte Banchetta. Giunti al passo (2h scarse di buon passo), si attacca la cresta su tracce di sentiero e pietraia di sfasciumi.

La cresta Nord

Salendo la pietraia si nota subito un enorme risalto roccioso di colore chiaro. Probabilmente prima del dovuto, abbiamo attaccato a scalare un canalone alla sua destra per poi risalirlo verso sinistra. In questa prima parte abbiamo attrezzato un paio di tiri di corda proteggendoci con cordini e rinvii, con non poche difficoltà per trovare spuntoni solidi. Il resto dell'arrampicata (a parte un tratto un po' esposto) è stato fatto in conserva. Un centinaio di metri sopra il torrione chiaro si apre un colle caratterizzato da sfasciumi scuri su cui si notano tracce di sentiero che portano a valle su entrambi i versanti: queste sono le ultime vie di fuga prima della vetta. Successivamente si segue il filo di cresta laddove possibile. La cresta presenta numerosi torrioni (ognuno dei quali illude di essere la vetta) alcuni dei quali conviene che vengano scalati (talvolta l'aggiramento comporta esposizioni da noi giudicate eccessive, tenedo conto della qualità infima della roccia) ma, se possibile, si consiglia di aggirarli sulla destra (ovest). Gli ultimi metri possono essere ascesi lungo il sentiero oppure con un ultimo tratto di arrampicata.

La discesa

La discesa non presenta nessun problema, a parte la lunghezza. Il sentiero è ottimo. Si scende lungo il sentiero che solca la cresta ovest; prima di scendere alle rocce di S. Giacomo cercare sulla destra un sentiero che, tramite ghiaioni, riporta alla diga; da lì stesso tragitto dell'andata.

Di foto ne abbiamo fatte molto poche e tutte in vetta o al rientro perché non era proprio il caso di distrarsi e perdere tempo. Meglio dedicare le energie mentali per controllare l'infida roccia.

Eccola che svetta in lontananza!

La conca da risalire verso sinistra

Eccolo il nostro mostro

Eh si, siamo arrivati da lì...

In cima, finalmente!

Io e Ste sotto la madoninna

Infine, il sentiero normale per la discesa

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